Ecco "Baby Girl & Baby Boy" sono due Torèt in ceramica e fanno parte della mia recente produzione.
In breve ho scambiato per errore le didascalie e mi sono accorto che sarebbe stato sbagliato assegnare il rosa a "Baby Girl" e viceversa. Da questo capriccio è nata l'opera composta dai due fratellini polemici.
Perchè? Beh, questo è uno di quei nanetti (aneddoti a casa mia) che rappresentano la forza del marketing, della narrazione e di come si possa cambiare la storia in poco tempo ma quel che è peggio: "Cambiando anche i ricordi della gente...".
Sono nato negli anni '70 e per fare un controllino chiedo a mia madre, oggi ottantenne, di che colore fossi vestito al mio battesimo o comunque di quale colore solesse vestirmi.
La risposta mi ha lasciato qualche dubbio: "Di azzurro! Tutti i maschi vestivano di azzurro e tutte le femmine di rosa... mica ti mandavo in giro vestito da bambina!".
E invece no! Sono andato a prendermi le foto, che allora iniziavano ad essere a colori e ho scoperto un paio di cose: la prima è che molti bambini (maschi) neonati erano vestiti di rosso e la seconda di non vedere il rosa da nessuna parte, le prime foto, di mia sorella, con abiti rosa le ho poi trovate sfogliando gli album, più di dieci anni dopo.
Negli anni 80 infatti, avvenne una vera e propria rivoluzione dei colori. Le riviste di moda, i produttori di stoffe e vestiti misero in atto una campagna di marketing che si rivelò molto efficace. Forse senza rendersene conto hanno promosso un silente rimescolamento che ha cambiato le abitudini degli esseri umani.
Da allora infatti, le madri di tutto il mondo, o almeno quelle che se lo potevano permettere, hanno iniziato a vestire i bambini con due nuances di colori diversi. Con il conseguente doppio investimento dovuto al non-riciclo degli abiti della sorellina per il fratellino neonato.
Questo è solo un esempio, quasi innocuo, del vero potere della comunicazione e dei media. In pochi anni sono state cambiate le carte in tavola e oggi, mia madre, è convita di aver, "sempre pensato" che il rosa e l'azzurro fossero indicativi del sesso.
Ma non è vero! Non vorrei scomodare il "bipensiero orwelliano" ma: "Avete mai visto una Madonna di rosa vestita?". La ricerca su Google l'ho già fatta io. Ce ne sono pochissime, il blu e l'azzurro sono i colori della Madonna.
E le Camicie Rosse di Garibaldi? Provate a pensare di che colore potessero essere dopo qualche mese di uso continuo, magari al sole. Considerando che il colorante rosso, fosse anche di origini naturali, dubito che potessero essere di un bel carminio splendente, molto probabilmente erano proprio... rosa!
E così nella storia, il rosso è sempre stato un colore maschile. Il rosso sbiadito idem, fino a pochi anni fa nessuno si sarebbe mai sognato di buttare un capo di abbigliamento scolorito. ZARA non vestiva gli illuministi e nemmeno i nazisti. Che invece, a sorpresa, marchiavano con un triangolo rosa i prigionieri accusati di omosessualità.
Ora sono certo che non siano stati loro a dare il "la" alla moda del rosa per le femminucce ma un pò la cosa, mi fa pensar male.
Il colore azzurro, il colore del cielo e della purezza è sempre stato più adatto all'animo gentile femminile; in forte opposizione al "sanguinario" rosso, colore esuberante e forte, da sempre associato all'animo maschile, anche se un po' scolorito e tendente al rosa.
Perchè ho voluto scrivere questo pippone sui colori? Beh, prima di tutto per mia memoria, così quando sarò più rincoglionito di come sono adesso, potrò ricordarmi per cosa mi sono battuto qualche anno prima.
In secondo luogo per dimostrare il mio distacco dai simboli che generano differenza di genere.
Last but not least... per dimostrare come un ricordo possa essere modificato, grazie alla narrativa del marketing, che in pochissimo tempo è riuscita a convincere mia madre a vestirmi di blu.
Quali altri ricordi sono stati sottratti e sostituiti con altri? Credo molti ma i miei due Torèt, oggi, raccontano solo questa storia.
Grazie per essere arrivati fin qui!
Lp